La storia in pillole
Il Mito di Efesto
2006

Efesto

Dio greco del fuoco e in particolare dio fabbro. I romani lo identificarono con Vulcano.
Efesto era figlio di ZEUS ed ERA. Fu per due volte cacciato dall'Olimpo, la montagna ove dimoravano gli dèi: la prima volta alla nascita, perché sua madre non sopportava il suo aspetto deforme.
Il reietto cadde in mare e sarebbe sicuramente annegato se non lo avessero salvato le ninfe, che per nove
anni lo allevarono segretamente in una grotta, insegnandogli le arti della metallurgia.
Poi il figlio scacciato si vendicò di Era. Fabbricò un trono magico o, secondo un'altra versione del mito, dei calzari, che donò alla madre e la grande dea rimase prigioniera del loro potere finché Efesto non acconsentì a liberarla.
Fu poi scacciato per la seconda volta quando interferì in una lite fra i suoi genitori: Zeus ne fu tanto irritato che gettò il figlio giù dall'Olimpo ed egli cadde sull'isola di Lemno. Così i suoi abitanti appresero le tecniche della metallurgia in cui divennero esperti.
Efesto era il divino artefice. Costruì i palazzi in cui gli dèi vivevano un'esistenza magnifica; ma la sua andatura claudicante e la sua faccia fuligginosa ne facevano un personaggio comico e l'infedeltà di sua moglie AFRODITE era un ulteriore motivo di scherno.
Efesto era anche associato al fuoco dei vulcani: Lemno aveva un vulcano e in Italia il suo culto fioriva presso l'Etna e il Vesuvio. Tale culto è probabilmente originario dell'Asia Minore.


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