Efesto
Dio greco del fuoco e in particolare dio fabbro.
I romani lo identificarono con Vulcano.
Efesto era figlio di ZEUS ed ERA. Fu per due volte cacciato dall'Olimpo, la
montagna ove dimoravano gli dèi: la prima volta alla nascita, perché
sua madre non sopportava il suo aspetto deforme.
Il reietto cadde in mare e sarebbe sicuramente annegato se non lo avessero
salvato le ninfe, che per nove
anni lo allevarono segretamente in una grotta, insegnandogli le arti della
metallurgia.
Poi il figlio scacciato si vendicò di Era. Fabbricò un trono
magico o, secondo un'altra versione del mito, dei calzari, che donò
alla madre e la grande dea rimase prigioniera del loro potere finché
Efesto non acconsentì a liberarla.
Fu poi scacciato per la seconda volta quando interferì in una lite
fra i suoi genitori: Zeus ne fu tanto irritato che gettò il figlio
giù dall'Olimpo ed egli cadde sull'isola di Lemno. Così i suoi
abitanti appresero le tecniche della metallurgia in cui divennero esperti.
Efesto era il divino artefice. Costruì i palazzi in cui gli dèi
vivevano un'esistenza magnifica; ma la sua andatura claudicante e la sua faccia
fuligginosa ne facevano un personaggio comico e l'infedeltà di sua
moglie AFRODITE era un ulteriore motivo di scherno.
Efesto era anche associato al fuoco dei vulcani: Lemno aveva un vulcano e
in Italia il suo culto fioriva presso l'Etna e il Vesuvio. Tale culto è
probabilmente originario dell'Asia Minore.
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