MAURIZIO BELLAN |
Maurizio Bellan compone per moduli elementari: anelli di materia plastica, giustapposti e/o sovrapposti, talvolta alterati dalla reciproca compressione, spirali, intrecci di volute, segmenti nastriformi e matasse. Essi per loro natura contengono le potenzialità per trapassare da sottili rilievi piani al loro intrinseco sviluppo tridimensionale, in forma di sfera. La sua superficie esterna viene strutturata in forma in parte compatta, o traforata e il vuoto interno, lasciato trapelare dalle perforazioni più o meno estese e regolari, si mette in evidenza per la sua implicita e complementare natura di spazio vuoto e di nucleo energetico, intorno a cui si compongono in perfetto equilibrio le tensioni strutturanti, reciprocamente implosive ed esplosive. Il “vuoto” interno è in realtà una “bolla”, in cui si addensano gas compressi – proprio come accade nel processo di cottura - e a sua volta essa ne può contenere, inscritte, altre ancora, la cui differente composizione energetico-materica è ben evidenziata anche cromaticamente dall’uso, per stratificazioni, di terre diverse. La sfera generatrice primigenia, poi, si conserva sostanzialmente, anche se compare alterata nella sua forma, allorquando sia sottoposta alla tensione gravitazionale e sia indotta dalle energie di deformazione a trazioni per allungamento, come accade per le “lampade”. Paolo Nesta
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