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Nei dipinti di Guido
Pancore tende ad emergere come costante
la 'figura': essa si propone come ritratto, esercizio di memoria, compresenza,
di ridotte dimensioni, nella 'natura morta'.
Se in essa, da una parte, possiamo cogliere il segno di una intenzione
figurativa, affidata alla dimensione di una libera volontà evocativa
e, per questo "avventurosamente interiore", dall'altra è
importante evidenziare come essa stessa sia per l'artista una ricorrente
opportunità di confronto e, pertanto, uno strumento consapevole
di analisi di una rilevante componente della recente tradizione figurativa.
Le scelte nel modo di 'tagliare' le figure, l'impostazione cromatica,
l'impiego di paste grumose, accese, l'uso della luce rinvia con discrezione
a suggestioni del linguaggio espressionista e non manca, in più
casi, l'intenzione di recupero di quelle atmosfere allusive, simboliste,
di cui dall'inizio del XX secolo è sotterraneamente pervasa la
tradizione pittorica piemontese.
settembre 2005 Paolo
Nesta
Dalla mostra
FARAGO / GIANCALE / NEGRIN
/ PANCORE 21-30
ottobre 2005 - Sala delle Arti
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